Family UNited: famiglie più coese prevengono le difficoltà dei giovani
Condivisione, comunicazione efficace, gestione dello stress, alternare attività di riflessione a quelle ludiche. Sono gli elementi caratterizzanti le famiglie che hanno partecipato a Family UNited, progetto nato all’interno delle Nazioni unite e sviluppato in provincia col supporto dell’Agenzia per la Coesione Sociale, dell’università di Trento, in collaborazione con APPM e la sponsorizzazione del gruppo GPI e che ha coinvolto nel 2023 oltre 50 famiglie (e relativi figli tra gli 8 e i 15 anni). Questa mattina all’interno del Festival della Famiglia, “le trainers” dell'iniziativa hanno esposto i risultati del primo anno di attività.
Nella sede di APPM, dopo i saluti di rito del dirigente dell’Agenzia per la Coesione Sociale Luciano Malfer e del presidente di GPI Fausto Manzana, i quali hanno ribadito una volta in più l’importanza della famiglia per i giovani quale “porto sicuro” dove potersi confrontare e su cui poter contare in ogni momento, il seminario è entrato nel vivo. Martina Giannotti, Giada Bonsi e Alessandra Chini hanno illustrato i primi risultati. A partire da marzo, nel corso dell’anno sono state coinvolte 56 famiglie (di cui 83 adulti e 81 bambini) divise in sette gruppi territoriali da Trento passando per l’Altopiano della Vigolana e Riva del Garda fino alla Valsugana. Il percorso formativo prevedeva quattro incontri di due ore ciascuno a cadenza settimanale nei quali i genitori e figli condividevano le loro esperienze (senza essere giudicati) prima singolarmente e poi assieme. Tra gli argomenti toccati la necessità di elogiare e incoraggiare i propri pargoli, modificare un comportamento sfidante e ridimensionare comportamenti indesiderati o aggressivi per i genitori, sviluppare qualità positive, gestire lo stress e il condizionamento del gruppo per i giovani. L’obiettivo finale del progetto è quello della promozione del benessere di tutte le famiglie coinvolte, aiutare i bambini e i ragazzi a sviluppare consapevolezza e senso di responsabilità e supportare i genitori (o tutori) nel loro ruolo di cura. I dati che ne sono emersi hanno certificato la bontà del progetto tanto che non solo gli adulti hanno richiesto maggior tempo e altre occasioni per confrontarsi con altri genitori e capito l’importanza di fermarsi per ascoltare, calmarsi, dialogare e dedicarsi solo ai figli, ma per il 2024 ci sono già altre 178 famiglie in lista d’attesa. “Per l’Agenzia – ha chiosato la funzionaria e psicologa Chiara Martinelli – diventare partner del progetto è stata una sfida, ma allo stesso tempo lo ha sostenuto in quanto i principi su cui si basa sono in linea con i nostri obiettivi, cioè la creazione di buone pratiche sul territorio. Il progetto dà, infatti, voce ai ragazzi e ai genitori, valorizza le reciproche competenze e sostiene una genitorialità consapevole. Il prossimo passo sarà quello di promuovere il progetto anche tramite i Distretti famiglia in altre zone del Trentino per evitare il rischio di chiusura o solitudine delle famiglie”. |
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