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Politiche familiari e l’impatto dei distretti famiglia: lo status quo

Oggi la conferenza a Fai della Paganella. Ha partecipato la vicepresidente della Provincia autonoma di Trento Francesca Gerosa

Comunicato stampa

Presente oggi al meeting Francesca Gerosa, vicepresidente e assessore alle politiche per la famiglia della Provincia autonoma di Trento che ha esordito: “L’evento di oggi è per noi molto importante e ringrazio il dott. Malfer per l’importante lavoro fatto con l’Agenzia sulle tematiche oggetto dei lavori di oggi. Le nostre politiche familiari sono di riferimento e all’attenzione di tante regioni d’Italia. Queste politiche volte al benessere familiare fanno grande la nostra Provincia e sono indispensabili soprattutto nella società odierna dove le complessità sociali sono in aumento e crescono le famiglie fragili, complesse e disgregate. Occorre un’attenzione sempre più specifica ai loro bisogni ed è necessaria una stretta rete e lo sviluppo di sinergie sui territori e non solo per accompagnare le famiglie in una società sempre più sfidante. E’ indispensabile ora – ha aggiunto – avere una visione a tutto tondo collegando queste politiche ad altre loro affini come quelle verso la popolazione giovanile, l’istruzione e lo sport. Credo che il Trentino – ha concluso - possa fare ancora di più guardando al futuro con ottimismo grazie alla collaborazione di tutti per implementare questo percorso virtuoso sul territorio.

Moderato da Debora Nicoletto, coordinatrice dei Distretti famiglia dell’Agenzia per la coesione sociale, l’evento ha preso avvio con i saluti istituzionali di Maria Vittoria Mottes sindaco di Fai della Paganella, di Arduino Zeni, presidente della Comunità della Paganella, di Eleonora Bottamedi, coordinatrice Istituzionale del Distretto Famiglia Paganella, di Walter Viola, direttore generale della Fondazione Demarchi, e di Benedetta Dallavalle, manager territoriale del Distretto famiglia Paganella.

Sugli scenari demografici, le politiche sul benessere, la coesione sociale e i distretti famiglia ha parlato Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale: “I 20 distretti famiglia sono strettamente correlati con i distretti economici per l’azione che svolgono sul territorio. Ai distretti territoriali si aggiungono i distretti tematici come quello per lo sport, l’educazione, ski family, family audit, servizi estivi, a cui aderiscono 1.200 organizzazioni che appartengono per il 72,5% al comparto privato. Registriamo un costante aumento delle organizzazioni pubbliche e private che vogliono aderire ai distretti trentini. Ad oggi i Distretti generano oltre 700 azioni ogni anno finalizzate al benessere delle famiglie e della comunità”. Infine, Malfer ha evidenziato che la popolazione trentina vive per il 95% in un comune certificato “Amico della famiglia”.

Il Rapporto sulla stato di attuazione della legge 1/2011 e l’analisi del trend demografico sono stati illustrati da Vincenzo Bertozzi, dirigente ISPAT della Provincia Autonoma di Trento: “Il Trentino ha registrato nel 2021 un Pil procapite di 40.800 posizionandosi oltre la media nazionale per il 32% ed europea per il 26% ed è in posizioni virtuose anche secondo l’indice di progresso sociale”. Bertozzi ha aggiunto che il trend demografico si assesta ad una popolazione pari a 542.996 nel 2022: “Le famiglie trentine sono composte per il 39,2% da un figlio, per il 44,5% da due figli e per il 16,3% da tre figli (dato, quest’ultimo, superiore rispetto al 10% alla media nazionale). Se osserviamo la comunità complessivamente – ha detto – è composta per il 37,7% da una persona, per il 30% da coppie con figli, per il 21,4% da coppie senza figli. Infine, per quanto riguarda la soddisfazione della popolazione circa relazioni sociali, stipendio, salute, tempo libero, è in generale buona”. Il problema – ha concluso – sarà la sostituzione della popolazione ad oggi in età attiva che calerà del 10% e sarà difficile da sostituire visto il calo demografico”.

Ha parlato di “coesione sociale delle famiglie” Carlo Buzzi docente al Dipartimento di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento: “Tutti sappiamo del declino demografico e il Trentino non è esente, anche se presenta valori leggermente minori rispetto alla media nazionale. Secondo indagini statistiche il tasso di povertà in Trentino è del 5,5% contro la media nazionale dell’11% e il tasso di delittuosità è del 22,8% contro il nazionale al 35,6%. I Neet in Trentino sono al 17% contro il nazionale al 27,7%. Altri dato fiore all’occhiello del nostro Trentino – ha detto – sono, ad esempio, le attività di volontariato pari al 18,9% contro il nazionale all’8,3%”. Infine, circa il trend demografico, Buzzi ha detto che “in Trentino in media vi sono 1,37 figli per donna contro l’Italia ferma all’1,24. Le cause della denatalità sono: la diminuzione oggettiva di donne che possono fare figli, l’aumento di donne che non fanno figli, l’aumento dei giovani che vivono in famiglia, l’aumento delle separazioni e l’occupazione giovanile precaria.”

Lo studio dell’ateneo sull’impatto economico dei distretti sul territorio sono state presentate da Caterina Pesci docente del Dipartimento di economia e management dell’Università di Trento: “Tre le metodologie utilizzate: uno strumento di misurazione volto ad ottenere un risultato numerico dell’impatto generato dalle attività dei distretti; un secondo strumento di analisi è costituito da una dashboard di indicatori che deve essere implementata da ciascun manager territoriale per pervenire a misurazioni riguardanti l’efficienza del modello dei distretti; un terzo strumento di misurazione è rappresentato dai questionari di gradimento somministrati alla popolazione. Da queste tre piste di indagine è emerso che l’impatto generato per gli aderenti al sistema dei distretti può essere stimato tra 1.378.300 euro e 4.063.300 euro: in sintesi, queste cifre si riferiscono al valore dei servizi di cui gli aderenti ai distretti possono usufruire che sono - per citarne alcuni – attività di comunicazione, marketing e organizzazione di eventi formativi ed educativi per il benessere del territorio”.

Infine, Sabrina Berlanda, ricercatrice alla Fondazione Franco Demarchi, ha presentato le progettualità dei distretti famiglia nell’anno 2023: “In seguito all’emergenza sanitaria Covid-19 sono emersi nuovi bisogni da parte delle famiglie alle quali i 20 Distretti famiglia hanno cercato di dare risposta mediante la realizzazione di 22 progetti, tra cui laboratori tematici, attività educative, formazione, eventi pubblici e volontariato”. Berlanda ha anche aggiunto che i progetti hanno permesso di sperimentare nuove modalità di creare contesti di incontro e scambio in situazioni informali e laboratoriali e di sviluppare un contesto sociale originale e innovativo perché ha promosso dinamiche di inclusione sociale autentica. Inoltre, grazie a questi progetti, sono stati valorizzati gli enti aderenti al Distretto, con la possibilità di collaborazione tra loro e di calibrare in modo sempre più efficace interventi e azioni per i prossimi anni”.

La Convention si è conclusa con il lancio della sesta Conferenza provinciale dei Distretti Family che si terrà nel 2025 nella Valle del Chiese. L’edizione prossima è stata presentata da Elisa Lombardi, referente istituzionale del Distretto del Chiese.

(an)

Data di pubblicazione
22/02/2024
Politiche familiari
Parole chiave
Distretto di riferimento
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Pubblicato il: Giovedì, 22 Febbraio 2024

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