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Dall’Operazione ascolto pensieri, emozioni e preoccupazioni durante la pandemia

Hanno risposto al questionario 10.658 adulti, 7.270 giovani e 3.698 bambini/e

La conferenza stampa di oggi ha restituito i risultati di 21.626 questionari compilati da famiglie, bambini e ragazzi nel periodo del lockdown tra il 28 aprile e il 19 maggio 2020. L’iniziativa è stata promossa dalla Provincia autonoma di Trento, tramite l’Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili e il Dipartimento Salute e politiche sociali, e con il supporto scientifico della Fondazione Demarchi. A seguito dei risultati emersi verrà organizzato un webinar il 23 luglio, rivolto agli operatori di settore e finalizzato a orientare le future politiche a favore delle famiglie e presentare il Rapporto di dettaglio sui questionari che sarà anche diffuso ai territori e consegnato all’assessore per ridisegnare in autunno le prossime politiche educative. Tra i dati emersi di maggior rilievo le preoccupazioni degli adulti, la mancanza di relazioni da parte dei giovani e la fatica delle famiglie con bimbi in fascia 0-4 anni, che hanno registrato durante il lockdown malesseri mentali e fisici.

Ha aperto la conferenza stampa Stefania Segnana, assessore alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia della Provincia autonoma di Trento che ha dichiarato: “Grazie a tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto: Agenzia famiglia, Dipartimento salute, Forum, Fondazione Demarchi, Unicef Trento e Sovrintendenza Scolastica. Il questionario è stato proposto al fine di capire come le famiglie, i bambini e i ragazzi hanno vissuto questo periodo di emergenza sanitaria. Tanti i giovani che hanno risposto e questo è un dato molto importante da rilevare. Dopo il periodo di lockdown, che ribadisco è stato necessario per poter limitare i contagi, abbiamo riaperto le scuole materne, i nidi e i centri estivi per poter restituire ai nostri bambini/ragazzi una sorta di vita normale, dargli la possibilità di riprendere a socializzare e stare insieme, che come vedremo dai risultati del questionario è la parte che è mancata di più. Il nostro assessorato ora dovrà valutare i risultati per comprendere come organizzare al meglio questa nuova fase post Covid. Ora abbiamo qualche conoscenza in più del Covid e dobbiamo cercare di affrontare al meglio un eventuale ritorno. Concludo affermando con orgoglio che sembra siamo gli unici in Italia ad aver realizzato un’operazione così strutturata durante la pandemia e per questo ringrazio tutte le famiglie che hanno partecipato rispondendo al questionario”.
Ha poi preso la parola la sovrintendente scolastica Viviana Sbardella: “La distanza è stata una misura che ha permesso all’istituzione scuola di tenere viva la relazione tra alunni e la scuola, certamente questa non è la scuola ideale. Avere dati oggettivi ci servirà molto per avere la misura di come è stata vissuta questa esperienza. Non è la scuola che vogliamo ma è l’unica scuola che siamo riusciti ad offrire in emergenza. La volontà è che si possa da settembre fare scuola in presenza, tutti assieme.”
Moderatore della conferenza stampa è stato Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la famiglia, natalità e politiche giovanili, che ha presentato il processo messo in campo per giungere a questa Operazione ascolto: “Due percorsi: l’ascolto tramite il questionario e l’ascolto del territorio che per noi è rappresentato dai Distretti famiglia e dai Comuni amici della famiglia. Il progetto è stato messo in campo grazie a stakeholders qualificati che sono un grande capitale sociale”.
Presente oggi anche Anna Pedrotti del Dipartimento Salute e politiche sociali che è intervenuta dichiarando: “Per noi l’Operazione ascolto è stato un modo per dire alle famiglie e ai giovani “ci siamo, vi siamo vicini”. Sono emersi tanti dati, tra cui malesseri fisici e mentali e mancanza di relazioni, i bambini in particolare hanno fatto molta fatica, il Covid ha tolto loro contatti, relazioni, libertà di uscire, di vedere amici, insegnanti, compagni di studio e di scuola.”
Hanno preso poi la parola Annalisa Pasini del Forum delle associazioni familiari del Trentino: “E’ stato un processo al quale abbiamo creduto fin dall’inizio in quanto associazione che funge da anello tra le istituzioni e le famiglie” e Natalina Mosna del Comitato Provinciale Unicef “noi lavoriamo con le istituzioni per far valere la Convenzione dei diritti dei bambini del 1991, tra cui vi è l’ascolto e la partecipazione dei giovani. Ci hanno colpito le tante risposte dei bambini e alla domanda “cosa ti mancava di più durante il Covid?” le risposte sono state davvero eloquenti: “poter salutare gli amici della materna prima di andare alla primaria, mi piacerebbe tornare all’asilo e andare al parco giochi, fare un pigiama party, in bici in libertà e mangiare un gelato”. I ragazzi 8-19 anni invece hanno risposto alla domanda: “cosa pensi sia importante per il futuro dopo questa esperienza? Oltre 7000 risposte tra cui è emerso il riuscire a mantenere un rapporto con i familiari, rispettare l’ambiente, avere siti web con news reali, attenzione alla salute, alto livello culturale nel web, diffondere messaggi di fratellanza. 
Laura Ravanelli, Fondazione Franco Demarchi, ha sintetizzato il supporto scientifico fornito dalla fondazione prima di dare la parola alla ricercatrice Liria Veronesi: “I questionari erano strutturati per diverse categorie: profilo socio demografico, quotidianità, benessere e stili di vita, emozioni, relazioni, scuola/lavoro, soddisfazione alle iniziative messe in campo dai servizi territoriali. Complessivamente hanno risposto per la fascia 5-8 anni il 17,1%; 9-19 anni l’11,6%, superiore ai 20 anni il 2,3%. 

 

Data di pubblicazione
09/07/2020
Politiche familiari
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Pubblicato il: Giovedì, 09 Luglio 2020 - Ultima modifica: Venerdì, 10 Luglio 2020

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