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Verso un progetto sperimentale in Valle Caudina, nella Regione Campania

Si è tenuto ieri, 8 giugno, il webinar sui "Comuni amici della famiglia" e il welfare aziendale.

Sono 162 i comuni aderenti al Network nazionale dei comuni amici della famiglia. Una “famiglia” che si allarga a macchia d’olio in Italia per sconfiggere l’inverno demografico. Lo sanno bene anche i comuni campani che ieri – in particolare quelli della valle Caudina – si sono raccolti in un seminario per capire da dove partire e quale strada intraprendere, assieme, per dare futuro alle loro terre. Sono 5 i comuni campani già aderenti al Network: Castelnuovo Cilento (Salerno), Gragnano, Torre del Greco, Pimonte, Ercolano (NA).

Il webinar è stato moderato dal giornalista Diodato Pirone: “Dobbiamo considerare la Famiglia come risorsa e non come problema. La nostra valle ha 60.000 abitanti. Il 10% degli italiani risiedono in Campania, ma negli ultimi decenni abbiamo già perso oltre 1 milione e mezzo di abitanti. Negli ultimi 20 anni – ha proseguito - l’Italia ha perso il 25% delle potenziali nascite e la Campania il 35%.” Pirone ha poi sottolineato la bontà del progetto della certificazione “Comune family” sostenuto anche dal know how dell’Agenzia di Trento. E vede un possibile intervento su più livelli: 1) a livello comunale (ogni comune sarà chiamato a fare un Piano famiglia secondo i canoni dettati dall’Agenzia di Trento, certificati e monitorati su base annuale); 2) a livello inter-comunale lavorando su diversi ambiti: ad esempio i trasporti (tariffe familiari, elementi di socialità “il treno per i bambini”; “la domenica per le famiglie”); elemento dell’acqua (bene della comunità e delle famiglie). Infine, ha esortato a puntare sulla fantasia per introdurre sul territorio nuove progettualità: “parchi giochi innovativi, eventi per famiglie e per i giovani. Operando assieme con il metodo che utilizza il Trentino: la natalità come strumento di sviluppo per il territorio”.

Ha preso poi la parola Enzo Pacca, Presidente Unione dei Comuni “Città Caudina": “la famiglia culturalmente deve essere protagonista nella società. La Regione Campania ci ha molto incoraggiati in questo progetto, che deve partire dal basso, dai sindaci di ciascun comune. Ci sono delle eccellenze nell’economia della nostra valle e dobbiamo fare leva su queste per creare nuove progettualità di welfare familiare nella valle Caudina. Dobbiamo – ha proseguito - passare dal vecchio concetto di politiche sociali a deleghe specifiche verso le politiche di benessere familiare. E la famiglia deve sentirsi protagonista di queste politiche”.

Marina Rinaldi, dirigente generale Politiche sociali della Regione Campania, ha espresso compiacimento per questo nuovo progetto con la volontà di sostenere questa iniziativa nata dal basso, dai sindaci, animati da un “Virgilio”, il giornalista Pirone. “Stiamo per sottoscrivere un protocollo d’intesa con la Provincia autonoma di Trento per sancire il potenziamento degli interventi verso la famiglia. Occorrono politiche mirate per le famiglie, compresi i soggetti fragili”.

Presente ieri anche Luciano Malfer, Agenzia per la coesione sociale Provincia autonoma di Trento: “10 anni fa è partito il progetto da Trento per combattere la denatalità e in particolare con la legge 1/2011 che ha dato impulso ad una azione programmatica sul territorio. Questa legge ha subito 30 modifiche che introducono nuovi interventi: servono sperimentazioni e monitoraggi continui. Un percorso culturale e sostenibile basato su tre “p”: prosperity, planet, people”. Malfer ha anche parlato di Family mainstreaming cioè leggere tutte le politiche in chiave familiare: “Noi non parliamo mai di politiche di “disagio” cioè le socio-assistenziali, ma di politiche di “agio” cioè di benessere familiare. I comuni family trentini sono nati nel 2006, poi la certificazione è stata esportata in tutta Italia e in Europa con il “Family in Italia” e “Family in Europe”. In Trentino sono 124 i comuni certificati (il certificato viene monitorato e auto-verificato annualmente). Nel 2022 hanno prodotto 3.204 azioni a costo zero per la provincia visto che il budget è stato sostenuto dai singoli comuni (tariffe economiche, infrastrutture, servizi, ecc.). Da recenti indagini – ha concluso – si è registrato che i comuni trentini family hanno maggior attrattività rispetto a quelli non certificati.”

Il piano famiglia di un comune sardo è stato presentato da Fausta Moroni, assessore alle politiche familiari del Comune di Nuoro: “Ci siamo certificati quest’anno e abbiamo aderito al Network nel 2021. Utilità maggiore è stata la possibilità di avere supporto dal Trentino e dalla Regione Sardegna che sta lavorando con impegno per diffondere queste politiche. Si tratta di un cambiamento culturale che permette di vedere al centro di ogni azione amministrativa le politiche familiari: “indossare gli occhiali della famiglia”. Abbiamo introdotto tante azioni tra cui imposte comunali per le famiglie (isee differenziati sulla base dei componenti il nucleo familiare)”. Infine, ha evidenziato che “il turismo familiare è un grande volano e le famiglie cercano sempre più mete con offerte e pacchetti famiglia promozionali.”

Il piano famiglia di un comune trentino è stato presentato da Lorenzo Conci, Sindaco del Comune di Calliano (TN): abbiamo 2.060 abitanti e siamo “Il paese più giovane del Trentino con età media di 40,3 anni rispetto ai 45 della media nazionale. In 10 anni è raddoppiato grazie alle politiche familiari e abbiamo dovuto costruire una nuova scuola. Dal 2015 abbiamo investito molto verso la coesione sociale per tenere unita la comunità e ho dato delega specifica alle politiche familiari fin dall’inizio del mio mandato. Nel 2017 abbiamo aderito al Distretto famiglia e il marchio è arrivato nel 2019. Tra le tante azioni, abbiamo introdotto un baby kit per i nuovi nati, realizzato un sentiero per le famiglie, inaugurato un percorso di alfabetizzazione per gli anziani: politiche a 360 gradi”.

Il distretto famiglia della Presolana (BG) è stato illustrato da Stefano Sirleto: “E’ il primo Distretto famiglia non trentino che unisce terzo settore e comuni. Tutto è iniziato nel 2017 con 5 comuni certificati e la costituzione di un’associazione di famiglie. La Presolana comprende in totale 38 comuni. All’inizio – ha aggiunto - abbiamo formato una persona per analizzare i bisogni di ogni comune e stendere una prima tassonomia e una studio demografico (rischio fra 10 anni di perdere il 20% della popolazione). Ad oggi 30 comuni dela Presolana aderiscono al Network e 11 sono certificati. Il 25% degli abitanti vive in un comune amico della famiglia”.

Il tema della conciliazione tra famiglia e lavoro è altresì fortemente sentito in ambito lavorativo e aziendale. Molte imprese, grazie alla certificazione Family Audit, hanno raggiunto importanti traguardi in tal senso. Le strategie di promozione del benessere a livello aziendale sono state illustrate da Aurelia Blasi, referente delle società NOBENTO S.p.A. di Alghero (SS) e della Ivision Srl sita in Montegridolfo (RN). “L’amministratore di NOBENTO e Ivision, Andrea Alessandrini, ha deciso di intraprendere il percorso Family Audit per entrambe le sue aziende; ciò perché, dall’osservazione dei tempi moderni, è evidente che l’attenzione si ponga non più solo sul rendimento del collaboratore, ma sul suo benessere, dal quale derivano poi le più positive ricadute a livello di produttività e competitività dell’azienda. Abbiamo compreso che il miglior modo per rendere un collaboratore felice, più di un aumento o un premio di produzione (che ovviamente restano ben accetti da chi li riceve), è dargli del tempo.  Il tempo è l’unico bene che non si può comprare, per questo è così prezioso.

E’ questo il motivo per cui, all’interno delle aziende amministrate da Alessandrini, abbiamo deciso di operare un viraggio verso una politica di bilanciamento degli impegni di vita e di lavoro dei nostri collaboratori. Vogliamo fare la differenza, diversificarci sul territorio.  I piani aziendali Family Audit e Ivision sono piuttosto differenti perché differenti sono le realtà in cui le due aziende esistono, ma ci sono anche moltissimi punti in comune. Primo fra tutti, che è stato il punto sin da subito attuato sia in Ivision che in Nobento, è la flessibilità oraria sia in entrata che in uscita; è facile capire come questa semplicissima misura contribuisca a diminuire il livello di stress, soprattutto di chi vive a molti km di distanza dal luogo di lavoro. Un altro punto del piano aziendale di cui andiamo particolarmente orgogliosi è la nursery. In Ivision abbiamo una nursery, totalmente a carico dell’azienda, che accoglie bimbi dai 3 mesi ai 3 anni di età. Si parla così tanto di disparità di genere, di donne che devono decidere se perseguire una carriera professionale o mettere al mondo un bambino. Ecco come una misura così altrettanto semplice come la nursery può cambiare totalmente la vita di una mamma, che vuole e ha necessità di continuare a lavorare. Si parla di mamme, ma ci sono anche tanti papà che portano con se i piccoli a lavoro e usufruiscono della nursery. Altri punti presenti nei piani aziendali di entrambe le realtà sono il telelavoro, convenzioni con centri estivi, tutte misure il cui scopo è quello di favorire il bilanciamento tra “tempo famiglia” e “tempo lavoro”, che è l’obiettivo centrale dell’iter Family Audit, un iter che tutte le aziende dovrebbero iniziare a seguire e incorporare”.

(an)

Data di pubblicazione
09/06/2023
Politiche familiari
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Pubblicato il: Venerdì, 09 Giugno 2023 - Ultima modifica: Lunedì, 19 Giugno 2023

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