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L’impatto del lavoro agile sulle famiglie trentine tra attualità e scenari futuri

Oggi al Festival della famiglia il seminario dell'OCSE sul lavoro agile in Trentino tra risultati e prospettive a lungo termine

Nell’ambito del Festival della Famiglia si è svolto oggi un webinar promosso dal Centro OCSE di Trento per lo Sviluppo Locale sull’impatto del lavoro agile sulle famiglie trentine. Rappresentanti del settore pubblico (Luca Comper, dirigente generale dell’unità di missione strategica affari generali della presidenza della Provincia autonoma di Trento), del privato (Martina Errico, responsabile delle risorse umane di Siemens Energy Transformers, e Stefano Bernardi, promotore di Trento Remote e investitore) e dell’economia sociale (Giulia Comper, responsabile delle risorse umane della Federazione Trentina della Cooperazione) hanno dato vita a un ricco dibattito moderato da Mattia Corbetta, analista del Centro OCSE di Trento.

«Mentre l’Europa si trova nel ben mezzo della sua quarta ondata pandemica in poco meno di due anni, il lavoro a distanza si sta confermando una soluzione importante per frenare il contagio e assicurare una continuità nell’occupazione», ha esordito Mattia Corbetta. «Se adeguatamente governata, la diffusione su vasta scala di questa modalità di lavoro può contribuire al raggiungimento di diversi obiettivi di natura collettiva, tra cui un miglioramento della qualità della vita, un rafforzamento della coesione territoriale e un incremento della produttività».

Punto di partenza per la discussione è stato lo studio “Il futuro del lavoro a distanza: opportunità e opzioni politiche per il Trentino”, pubblicato dall’OCSE alla vigilia del Festival. L’analisi delle mansioni esercitate a livello locale consente di stimare che il 57% dei lavoratori trentini potrebbe operare a distanza almeno un giorno alla settimana. Indagini realizzate da diversi datori del settore pubblico e del privato rivelano un desiderio diffuso tra la forza lavoro di continuare a utilizzare questa modalità in futuro. Tuttavia, diversi fattori rallentano la crescita del lavoro a distanza nel territorio, tra cui una penetrazione ancora limitata della banda ultralarga, carenze negli spazi deputati a fornire postazioni per i lavoratori a distanza e ritardi nelle competenze digitali. Politiche pubbliche in grado di incidere su questi fattori, e quindi di incrementare il tasso di utilizzo del lavoro a distanza, potrebbero ridurre la mole degli spostamenti casa-lavoro, migliorando le prospettive di conciliazione per le famiglie trentine, senza trascurare i benefici per l’ambiente e per le aree periferiche, che diventerebbero maggiormente fruite anche durante i giorni feriali.

Il confronto con le istituzioni e le imprese locali ha messo in luce la presenza di diverse iniziative in materia.

«La Provincia autonoma di Trento ha adottato a settembre un Piano strategico per la promozione del lavoro agile. La creazione di una Comunità professionale e di pratica, volta a favorire un continuo scambio di esperienze e conoscenza in materia di lavoro agile tra organizzazioni del settore pubblico e privato, ne costituisce un primo, importante tassello» ha evidenziato Luca Comper, dirigente provinciale. «Con l’approvazione del nuovo piano triennale per il lavoro agile, la nostra amministrazione conferma la propria capacità di ispirare pratiche innovative in materia di organizzazione del lavoro e di dare vita a processi inclusivi di pianificazione delle politiche di sviluppo territoriale. In questo modo, puntiamo tra le altre cose a favorire forme di mobilità sostenibile e a rafforzare le misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

«L’irrompere della pandemia ha posto sfide complesse e, per certi aspetti, inedite in materia di gestione del personale», ha ricordatoMartina Errico, responsabile del personale di Siemens Energy Transformers, multinazionale presente da molti anni nel territorio trentino. «Tuttavia, la nostra organizzazione partiva da una posizione di relativo vantaggio, essendosi dotata con largo anticipo di un piano per il lavoro agile. Il dialogo costante con i manager, i team e i rappresentanti sindacali ha fatto sì che le pratiche testate in passato diventassero un patrimonio diffuso in tempi rapidi e senza intoppi».

Sulla stessa lunghezza d’onda Giulia Comper, responsabile del personale della Federazione Trentina della Cooperazione, una realtà profondamente radicata nel contesto socio-economico locale: «La crisi sanitaria ha innescato diverse reazioni creative. Tra queste spicca Coworking inCooperazione, il progetto che trasformerà gli spazi resi liberi dal sistema cooperativo trentino in comodi uffici per i residenti delle valli trentine e i turisti».

Il concetto di attrattività territoriale è anche al centro di Trento Remote, iniziativa co-fondata dall’investitore seriale Stefano Bernardi: «Dalla ricerca degli alloggi all’offerta di spazi ufficio gratuiti, dall’integrazione nelle reti professionali al sostegno in materia legale e fiscale, la nostra iniziativa mette a disposizione un pacchetto completo di incentivi per favorire l’attrazione di nuovi residenti e creare una vera e propria comunità di talenti nel settore del tech e dell’imprenditoria innovativa».

Per approfondimenti sul nuovo studio sul lavoro agile in Trentino realizzato dal Centro OCSE di Trento per lo Sviluppo Locale è disponibile sul sito web dell’Organizzazione: https://www.oecd.org/cfe/leed/trento-centre-it/.

Data di pubblicazione
30/11/2021
Politiche familiari
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Pubblicato il: Martedì, 30 Novembre 2021

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