

COMUNICTO STAMPA
Sono partiti oggi alle 13.40 dalla stazione dei treni di Trento i giovani che parteciperanno alla tredicesima edizione dei campi estivi nei terreni confiscati alla mafia in Sicilia. Grazie a questa esperienza, i partecipanti potranno conoscere le cause e le evoluzioni del fenomeno mafioso e vivere un’esperienza di volontariato nei territori confiscati alla mafia a Corleone. Presente oggi per un saluto ai ragazzi anche l’assessore all’istruzione, cultura, per i giovani e per le pari opportunità della Provincia autonoma di Trento, Francesca Gerosa che ha dichiarato: “Questo è un progetto molto importante e di fatto rientra un po' in quella che vogliamo definire la cultura della legalità. È importante che i ragazzi tocchino con mano tutti quelli che sono i problemi e le conseguenze legate alle mafie e conoscerle è l'unico modo per sviluppare quegli anticorpi che serviranno poi nella loro crescita. Per questo abbiamo bisogno di migliorare la nostra capacità di riconoscere il fenomeno mafioso nelle sue diverse forme e non possiamo che investire sui giovani per farli crescere nella legalità, come cittadini consapevoli ed onesti e per costruire assieme a loro una società che non lasci spazio alle mafie e ai crimini. I nostri giovani devono crescere sapendo che la legalità va presidiata e coltivata, senza abbassare la guardia”.
Oggi la partenza dalla stazione dei treni di Trento di 12 giovani trentini, con età media 19 anni, per la Sicilia a cui si aggiungeranno altri 9 nella stazione di Bolzano per vivere un’esperienza di forte impatto emotivo. Nove giornate vissute in prima persona nei territori confiscati alla mafia, ma non solo, il viaggio proseguirà a Palermo dal 17 al 19 luglio, dove i ragazzi e le ragazze parteciperanno alla cerimonia in memoria della strage di via D’Amelio (19 luglio 1992), dove persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'iniziativa è promossa a livello regionale da Arci del Trentino e Arciragazzi Bolzano con il sostegno dell’Agenzia per la Coesione sociale della Provincia autonoma di Trento, la Provincia autonoma di Bolzano e la Regione Trentino A/Adige. Andrà in viaggio con i giovani anche Andrea La Malfa, presidente di Arci del Trentino aps, partner del progetto della Provincia, che ha dichiarato: “andremo a Palermo a Corleone conosceremo e soprattutto i partecipanti conosceranno tanti esperti e magistrati e persone attive nell'antimafia e lavoreranno e lavoreremo sui beni confiscati alla mafia Correale l'iniziativa che nasce Innanzitutto. Per sensibilizzare sul tema della diffusione del potere mafioso. In Italia in generale, anche perché un fenomeno purtroppo oggi non raccontato tanto quanto dovrebbe esserlo per tutta una serie di motivi in primis il fatto che oggi la mafia è meno evidente perché una mafia Più legata ai colletti Bianchi è una mafia finanziaria. Ma è ancora oggi un fenomeno molto pericoloso per tutti”. Dei 21 partecipanti al viaggio, 12 provengono dal Trentino ed esattamente: 6 da Trento, 1 da Valle dei laghi, 2 dalla Val di Non (Rumo e Predaia), 2 dalla Vallagarina (Mori e Ala) e 1 da Lavis. I 12 trentini di cui un ragazzo e 11 ragazze, prima della partenza, hanno seguito un percorso di formazione per conoscere la storia della mafia e dell’antimafia siciliana. I primi due incontri formativi per i partecipanti trentini si sono tenuti il 30 giugno ed il 3 luglio: nella prima giornata sono stati realizzati laboratori per la costruzione del gruppo; un laboratorio di brainstorming sui concetti di mafia e antimafia e sulle diverse declinazioni del concetto di mafia; uno sulla co-costruzione e condivisione delle regole per come vivere al meglio l'esperienza nei beni confiscati; un approfondimento sulle infiltrazioni mafiose in Trentino. Il secondo incontro formativo è stato dedicato alla storia, dalle origini del fenomeno mafioso a oggi, ponendo il focus sul periodo di ascesa del clan corleonese (seconda guerra di mafia, 1980) al periodo stragista degli anni ‘90. I terreni confiscati in Sicilia sono gestiti dalla Cooperativa “Lavoro e non solo”: circa 150 ettari tra Corleone, Monreale e Canicattì che producono, tramite metodo biologico, legumi, pasta, olio, passata di pomodoro ed uva. I partecipanti alloggeranno a Casa Caponnetto, edificio adibito ad ostello e confiscato nei primi anni del duemila ai fratelli Grizzaffi, nipoti di Salvatore Riina. I giovani saranno coinvolti in attività formative, incontri con personalità impegnate nella lotta alla mafia, ma sono previste anche visite alla scoperta del territorio: a Cinisi (Palermo) alla casa di Peppino Impastato, il giornalista e attivista siciliano noto per le sue denunce contro Cosa Nostra, a Portella della Ginestra, luogo della strage del primo maggio 1947, e a Palermo.
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(an) |