Piano nazionale per la famiglia, i principi ispiratori
L’Italia, contrariamente ad altri Paesi europei, non ha sinora avuto un Piano nazionale di politiche familiari, inteso come un quadro organico e di medio
termine di politiche specificatamente rivolte alla famiglia, cioè aventi la famiglia come destinatario e come soggetto degli interventi. Hanno largamente
prevalso interventi frammentati e di breve periodo, di corto raggio, volti a risolvere alcuni specifici problemi delle famiglie senza una considerazione
complessiva del ruolo che esse svolgono nella nostra società, oppure si sono avuti interventi che solo indirettamente e talvolta senza una piena
consapevolezza hanno avuto (anche) la famiglia come destinatario. Gli interventi proposti nel Piano sono articolati in ‘Parti’, che contengono i
tratti salienti delle azioni proposte, poi esplicitate ed illustrate in apposite schede.
Le schede comprendono sei punti:
1. denominazione dell’azione, che descrive in modo sintetico la tipologia
dell’intervento;
2. area di riferimento delle politiche familiari, dove si fa riferimento ai
sette filoni di intervento (equità economica, fiscale, tributaria e
revisione dell’ISEE; politiche abitative; lavoro di cura familiare, con
annessi interventi sulla disabilità e non autosufficienza; pari opportunità
e conciliazione tra famiglia e lavoro; reti associative familiari; servizi
consultoriali, consultori, mediazione familiare, centri per la famiglia;
immigrazione, sostegno alle famiglie immigrate);
3. soggetti promotori dell’azione, dove si indicano i soggetti istituzionali
titolari dell’iniziativa;
4. risorse finanziarie, articolate in ordinarie e straordinarie;
5. tipologia dell’azione, intesa come normativa, servizio istituzionale,
progetto pilota, altre attività progettuali;
6. descrizione sintetica dell’attività.
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